Dolci errori di Natale

Dolci errori di Natale

Novembre 28, 2022 Off Di Ilario Galgani

In pochi lo sanno, ma ben prima che chef Bottura impiattasse con orgoglio il suo iconico dessert involontariamente destrutturato (Ops… mi è caduta la crostata), la storia della pasticceria italiana e internazionale è stata costellata di distrazioni, dimenticanze e provvidenziali errori che hanno portato alla fortunata nascita di ricette divenute capisaldi della tradizione.

Tra questi ci sono molti dolci natalizi, ancora oggi presenti e apprezzati sulle tavole delle Feste di tutta Italia e non solo. Vediamo alcuni esempi celebri.

Il panettone

Simbolo delle Feste italiane per eccellenza, questa specialità di Milano (dove per altro viene prodotto tutto l’anno) sarebbe nata dalla necessità di rimediare a un guaio compiuto dal cuoco degli Sforza, che proprio la sera della Vigilia bruciò il dessert.

Secondo la leggenda fu un garzone di nome Toni a salvare la situazione: aggiunse all’impasto avanzato i pochi ingredienti che aveva a disposizione in cucina (farina, zucchero, uova, uvetta e canditi) e realizzò un dolce lievitato che ebbe tanto successo da entrare nella tradizione di casa Sforza, diventando poi una vera e propria istituzione per l’intero capoluogo lombardo: il “pan de Toni” poi ribattezzato “Panettone”.

L’anello del monaco

Detto anche nusskrantz, l’anello di Monaco o del monaco, è un dolce di Natale tipico della tradizione mantovana, con un impasto simile a quello del panettone di Milano e del pandoro veronese, un ripieno a base di nocciole e mandorle tostate, zucchero e Marsala (ma non mancano varianti a base di cioccolato, canditi o uvetta) e una copertura di glassa reale (che talvolta ricopre anche una confetture di albicocche).

Se la storia ufficiale riporta che sia stato introdotto in Italia dal pasticcere svizzero Adolf Putcher alla fine del Settecento, come una variante arricchita del kugelhupf (o gugelhupf) austro-tedesco, una leggenda più romantica fa risalire la sua origine all’estro di un monaco dell’Abbazia di San Benedetto in Polirone.

Questi, cercando di inventare una versione più ricca della classica ciambella casereccia, commise un errore di lievitazione che portò il dolce ad assumere la sua forma distintiva “a fungo con un buco al centro”.

Panpepato e Panforte

Spesso confusi tra loro sebbene fossero originariamente diversi, panpepato e panforte sono due dolci speziati e dal retrogusto leggermente acidulo, nati dall’abitudine medievale di sfornare pani insaporiti con pepe e miele (“panes melatos e pepatos”), a cui nel tempo furono aggiunti anche fichi, mele, uva, mandorle e una profusione di spezie varie (un mix detto appunto “fortis”).

Ma secondo una delle leggende legate alla loro origine, sarebbero nati per merito di una giovane di nome Ginevra. Non ricevendo più notizie dal suo amato partito per le crociate, costei si convinse della sua morte e decise di ritirarsi a vita monastica.

Ma un giorno, mentre era intenta alla preparazione di un pane dolce, sentì la voce dell’amato provenire dall’esterno del convento e, per la forte emozione, rovesciò nell’impasto un mix di pepe, semi e spezie, dando origine al primo esemplare riconducibile alla ricetta del panforte.

Brownies

Anche i brownies, i famosi dolcetti che non mancano mai nelle bakery americane e che in Europa si prestano a molte rivisitazioni in chiave natalizia, sembrerebbero nati da una dimenticanza.

Secondo alcuni il loro inventore sarebbe stato un giovane cuoco statunitense, che nel prepararli avrebbe completamente dimenticato di aggiungere il lievito all’impasto e quindi, invece della torta alta e soffice che si aspettava di tirare fuori dal forno, avrebbe ottenuto un impasto basso e compatto, dalla consistenza simile al fudge.

Ma la versione più accreditata attribuisce il merito di averli involontariamente ideati a una casalinga del Maine, che appunto avrebbe sbagliato la ricetta dando origine a un nuovo dolce divenuto un vero e proprio simbolo della pasticceria a stelle e strisce.