Quali sono le conseguenze di una strategia aziendale errata?

Quali sono le conseguenze di una strategia aziendale errata?

Ottobre 9, 2019 Off Di Ilario Galgani

La figura che riveste uno dei ruoli principali all’interno di un’impresa è il manager, al quale spetta il compito di adottare le scelte strategiche, e che solitamente affianca i soci nelle grandi imprese.

Un’impresa però, per riuscire a funzionare correttamente, ha bisogno non solo di un manager esperto che pianifichi una buona strategia aziendale, ma necessita anche dell’aiuto di buoni dipendenti senza i quali il piano non potrebbe essere attuato.

Mettere su e mantenere in vita negli anni un’impresa, però, non è sempre semplice come potrebbe apparire, e cadere in una crisi aziendale è facile, per questo alle volte è necessario ricorrere a delle strategie di rilancio.

Strategie d’impresa (approfondimenti su strategiaebusiness.com):La formulazione della strategia aziendale, che compete al manager, parte principalmente da un’accurata analisi delle risorse interne dell’impresa, e delle risorse esterne.

Le risorse interne riguardano tutte le risorse tangibili (fisiche e finanziarie) e quelle intangibili (tecnologia, cultura, reputazione dell’impresa), che insieme formano il vantaggio competitivo di quella determinata azienda.

Le risorse su cui bisogna principalmente puntare sono quelle immateriali, in quanto sono quelle che più difficilmente possono essere copiate dalle imprese concorrenti, e le risorse ‘umane’ (competenza, know-how, capacità di comunicazione interna, motivazione e capacità di collaborazione fra tutti i soggetti dell’azienda).

Mentre le risorse esterne consistono principalmente nelle competenze organizzative generali di una determinata attività.

L’unione delle componenti delle risorse interne e di quelle esterne formano la strategia d’impresa.

L’efficacia, invece, di una linea strategica si potrà misurare solo in funzione della capacità della struttura operativa (dipendenti) di eseguirla. Per questo nelle imprese medio-grandi si sta diffondendo sempre più lo strumento dello ‘stock option’ (emissioni di titoli azionari riservati solo ai dipendenti) e i cosiddetti ‘premi di produttività’ che possono contribuire a creare una valorizzazione delle risorse umane più impiegate a voler tenere in vita l’azienda.

Le aziende leader devono possedere una rete logistica, organizzativa e tecnologica adeguata; mentre per le imprese minori la scelta si basa sulla ricerca di nuovi spazi per affermare la propria autonomia.

Le strategie di base di un’azienda

Le strategie di base che può adottare un’azienda sono principalmente tre, ovvero:

· La leadership di costo, adottata solitamente dalle grandi imprese per la produzione di massa di determinati prodotti. Il sistema produttivo di questo genere di impresa consiste nella creazione di pochi articoli standardizzati (per via di un sistema rigido di produzione)ma molto numerosi.

· La differenziazione, adottata da imprese che mirano ad immettere sul mercato prodotti diversi, di qualità medio-alta e soprattutto in tempi brevi (grazie ad un sistema flessibile di produzione).

· La focalizzazione, l’impresa che adotta questa strategia di base punterà esclusivamente su un segmento di uno specifico settore di attività e cercherà di servirlo cercando di escludere possibili concorrenti.

I livelli di una perfetta pianificazione aziendale

Sono tre i livelli per una perfetta pianificazione aziendale: strategia corporate, strategia di business e strategia funzionale.

Con l’espressione ‘strategia corporate’ si indica il piano dell’impresa nel suo complesso, tesa alla scelta del dove competere. Per dare efficienza a tale sistema, l’organizzazione delle imprese è scomposta in più parti, dette ‘aree strategiche di affari’ o ‘divisioni’. Una strategia corporate affronta determinate scelte: la definizione della ‘mission’ dell’attività e del rapporto con gli stakeholder; fissazione degli obiettivi che si intendono raggiungere; e infine elenco dei settori in cui operare.

Mentre con il termine ‘strategie di business’ si intendono tutte le scelte che l’impresa adotta all’interno del proprio mercato nei confronti della concorrenza.

Infine con le parole ‘strategia funzionale’ si rappresenta l’elaborazione a livello funzionale delle strategie di business.

La differenza sostanziale tra la strategia funzionale e quella di business si basa sul raggio di azione temporale, essendo quest’ultima molto limitato.

La crisi aziendale, il processo di Turnaround e Reengineering

L’eccessiva concentrazione su una risorsa e la sottovalutazione delle altre può avere effetti negativi e far entrare in crisi l’impresa. Come anche la non corretta esecuzione del piano strategico potrebbe compromettere la sopravvivenza dell’intera azienda.

In questi casi le aziende in crisi possono attuare le strategie di rilancio, assumendo comportamenti strategici, o si possono collocare sul mercato in modo diversificato. Queste ‘tattiche’ di rilancio delle imprese consistono nell’attuare il Turnaround, cioé un processo sistematico di forte cambiamento nel medio-lungo termine al fine di risanare e rilanciare le imprese in declino.

Oppure nel caso si volesse optare per la riorganizzazione dei processi operativi dell’attività si attuerà il processo di Reengineering.

In ogni caso sia se si decida di attuare il processo di Turnaround o quello di Reengineering, affinché si ottenga il giusto successo che ne deriva nell’attuare questi interventi, occorre innanzitutto superare le resistenze (anche quelle emotive) al cambiamento e diagnosticare tempestivamente le ragioni della crisi e curarne i sintomi, coinvolgendo banche, clienti e fornitori.

In mancanza di tempestivi interventi, tali processi possono degenerare in situazioni di crisi patologiche aziendali che richiedono l’intervento di pubblici poteri, specie per le grandi imprese. Infatti in caso di crisi potrebbe essere autorizzato l’intervento dello Stato attraverso una politica che faciliti la ristrutturazione. Nel caso delle imprese italiane, le misure devono essere autorizzate dalla Commissione Economica dell’Unione Europea, in quanto occorre destinare quote consistenti all’esportazione in modo da evitare il deficit.

Per il ringiovanimento di aziende in crisi occorrono principalmente quattro fattori:

1. La creazione di un team fidato

2. L’eliminazione delle attività superflue

3. L’acquisizione di nuove tecnologie

4. Diffondere il nuovo spirito imprenditoriale all’intera struttura organizzativa.

Conclusioni

Essere un’azienda di successo non è sempre così facile come può sembrare.

Per esserlo sarà necessario formare un team efficiente e collaborativo, che ha a cuore il funzionamento dell’azienda. Ma i proprietari, assieme ai manager, devono essere in grado di capire quale sia la strategia più adatta per la propria azienda; devono essere nelle condizioni di saper individuare ed eliminare eventuali attività superflue; e confrontarsi continuamente con l’ambiente esterno per non rimanere ‘indietro’ acquisendo, se è necessario, le nuove tecnologie.

Tutto questo perché il buon funzionamento di un’impresa non porterà vantaggi solo ai proprietari, ma all’intero nucleo lavorativo.
Pertanto, se tutti collaborano assieme per il bene dell’azienda, in automatico, il maggior guadagno ‘colpirà’ tutti.