
Streetwear: dalla strada alla passerella, un fenomeno in evoluzione
Marzo 14, 2025Tutti parlano di streetwear. Ma cosa lo rende così irresistibile? Un viaggio che parte dalla cultura underground e arriva fino alle passerelle dell’alta moda, mantenendo sempre un’identità autentica e ribelle.
Le origini: dalle periferie al mondo
Lo streetwear ha iniziato a prendere forma negli anni ’80 e ’90 negli Stati Uniti, grazie a figure chiave come James Jebbia, fondatore di Supreme, Shawn Stussy e il designer Dapper Dan, che hanno contribuito a definire lo stile con capi ispirati alla cultura urbana. Contemporaneamente, in Giappone, Hiroshi Fujiwara e Nigo (fondatore di A Bathing Ape) hanno dato vita a una scena streetwear che ha contaminato il mercato globale.
In Italia, lo streetwear ha avuto una crescita influenzata dai movimenti giovanili degli anni ’80, con il fenomeno dei paninari e, successivamente, con l’arrivo della musica hip-hop e trap, che hanno giocato un ruolo chiave nella diffusione di questo stile tra i giovani.
L’ascesa dell’hype culture e il boom economico
Negli anni 2010, lo streetwear ha raggiunto un nuovo livello grazie a collaborazioni con il lusso e alla crescente popolarità sui social media. Virgil Abloh, fondatore di Off-White e successivamente direttore creativo di Louis Vuitton, è stato uno dei principali fautori di questa transizione, portando il concetto di streetwear nelle passerelle dell’alta moda.
L’incontro tra streetwear e lusso ha generato collezioni esclusive, come la collaborazione tra Supreme e Louis Vuitton nel 2017, che ha ridefinito le regole del settore. Parallelamente, il fenomeno “hypebeast” ha dominato il mercato, con giovani consumatori pronti a spendere centinaia di euro per capi esclusivi e in edizione limitata.
L’aspetto economico dello streetwear è altrettanto significativo: nel 2021 il settore ha generato un giro d’affari di oltre 173 miliardi di dollari a livello globale, con previsioni di crescita fino a 193 miliardi entro il 2027. In Italia, il valore del mercato si attesta intorno ai 6 miliardi di euro (dati 2019), confermando l’enorme impatto di questo settore.
Il modello del resell e il potere dell’esclusività
Uno degli elementi distintivi dello streetwear è il modello di vendita basato sulla scarsità e l’esclusività. I brand utilizzano il metodo dei “drops”, rilasciando prodotti in quantità limitata, alimentando così il desiderio e creando una domanda elevata.
Questo ha favorito la nascita di un mercato secondario florido, dove gli articoli più ambiti vengono rivenduti a prezzi esorbitanti. Un esempio emblematico è Supreme, le cui magliette grafiche vengono vendute tra i 35 e i 45 euro al retail, ma possono raggiungere prezzi cinque volte superiori nel mercato del resell. Anche le sneaker giocano un ruolo centrale: il 62% dei consumatori di streetwear dichiara che le scarpe sono il principale driver di acquisto.
Anche in Italia, il mercato del resell si è sviluppato rapidamente, con realtà come Resell Zone, fondata da Andrea Battistini e Lorenzo Gobbi, che hanno saputo intercettare la crescente domanda per capi esclusivi e difficili da reperire, consolidando un ecosistema di compravendita sempre più dinamico.
Il cambiamento dello streetwear: minimalismo e sostenibilità
Negli ultimi anni, il fenomeno dell’hype culture ha iniziato a perdere slancio, lasciando spazio a una nuova estetica più minimalista e sostenibile. Il focus si è spostato dalla logomania sfacciata a capi più funzionali e raffinati, spesso ispirati al workwear e al vintage.
Marchi come Carhartt e Dickies sono diventati protagonisti, mentre il ritorno del second-hand ha favorito la riscoperta di capi iconici come le Detroit Jacket e le Varsity. Anche le sneaker hanno subito un cambiamento: alle classiche Jordan 1 si sono affiancate le Nike Dunk e le New Balance, rilanciate grazie al lavoro di Teddy Santis.
Parallelamente, la sostenibilità sta diventando un aspetto sempre più rilevante. I consumatori stanno privilegiando materiali durevoli e processi produttivi eco-friendly, segnando un cambio di mentalità rispetto al passato.
Il futuro dello streetwear: siamo nel post-streetwear?
Con la crescente maturità del settore, molti esperti parlano di “post-streetwear”, un’evoluzione che non rinnega le radici del movimento, ma le reinterpreta in chiave più sofisticata e consapevole.
Il pubblico di riferimento sta cambiando: la generazione hypebeast sta crescendo e sta cercando alternative meno ostentate, mentre il modello di consumo si sta adattando ai nuovi valori di sostenibilità e qualità.
Se il futuro dello streetwear passerà attraverso collaborazioni con il lusso, nuove estetiche e un approccio più consapevole, una cosa è certa: lo streetwear non è solo una moda passeggera, ma un movimento culturale destinato a lasciare un segno duraturo nel panorama della moda globale.